Cos’è il ballo

IL SENSO DEL BALLO

Alcuni pensano che l’unico modo di ballare sia quello previsto dai  testi d’esame e sostengono che tutto ciò che non rappresenta la carta, siano “passi liberi” o “inesistenti”.
Qui si evidenza tutta la limitatezza di questi soggetti che magari si ritengono degli ottimi fornitori di teorie o insegnamenti.
Qui sta la differenza fra chi è nel mondo del ballo da sempre e chi vi entra attraverso una unica porta, certamente regolare e rispettabile, ma pur sempre l’unico canale che gli resta per parlare di ballo.
Il ballo può essere inteso come forma d’espressione di singoli o coppie nelle “balere” oppure come argomento di studio e forma sportiva da competizione;  qui assume la definizione di danza sportiva nelle sue differenti discipline (vedi ad es. liscio, danze nazionali,  danze standard, danze caraibiche. ecc.)
La danza agonistica, assume poi una sua specifica connotazione ed è logico che sia inquadrabile attraverso schemi e regole che ne permettano una codifica e diano una linea comune di giudizio in particolare per le competizioni sportive locali, nazionali e internazionali.
Ma il ballo da sala è altro.
Esso è tutto ciò che viene rappresentato ed espresso nei più svariati luoghi ove c’è musica.
Non è danza agonistica ma espressione di istinto, a volte esigenza di sfogo da una settimana di lavoro, voglia di incontro e piacere di passare una serata con amici e sulle note di un fox, una polka, un cha cha cha.
Ciò che le coppie esprimono ballando alla “sagra della melanzana”, o la notte con il “tango nuevo”, per le strade delle maggiori città italiane, oppure ciò che accade il venerdì, il sabato e la domenica sera nella sale, o nei locali sparsi in tutta la Penisola “non è e non può” essere limitato ai libri di testo.
Deve inquadrare lo spirito che incarna la passione di ognuno, e di chi affronta con costanza e continuità chilometri di strade, per scoprire altri locali e fare esperienze nuove e per esprimere lì ciò che sente attraverso il proprio corpo.
Il ballo si costruisce su di una serie di elementi psichici e fisici che si delineano soggettivamente e sono esternati in modo differente per ognuno di noi.
Le scuole di ballo oggi possono fare molto. In particolare avvicinare le persone a questa passione che in molti casi è ancora repressa nei meandri della loro psiche, ma che tende con difficoltà ad uscire fuori, soprattutto per molti uomini che, sentendosi “goffi” ancor prima di cominciare, preferiscono evitare questa nuova esperienza.
E pensare che in molti poi, sono orgogliosi e felici per aver provato e continuano per anni a ballare, come sfogo, come hobby, come sport vero e proprio.
Le scuole oggi fanno questo ma in modo diverso. Alcune preferiscono avvicinare i soggetti al ballo per poi farne in  poco tempo dei ballerini da competizione e qui a mio avviso “eccedono” nella propria autostima gli insegnanti.
Altre intendono semplicemente divulgare la  passione del ballo che è anche la passione principale degli insegnanti medesimi.
Da noi è così, vogliamo creare gruppo, vogliamo far sentire a tante persone quanto sia bello  passare una serata insieme fra le note di un motivo di fronte al sorriso degli amici e della propria compagna di vita.
E’ vero, si litiga molto, perché ormai la passione “ti ha preso” e ognuno vorrebbe andare sempre meglio, impegnandosi anima e corpo nell’impresa quotidiana di un passo nuovo o un movimento del corpo fluido e corretto.
Riteniamo quindi che sia importante l’uso della tecnica nell’insegnamento, perché con  il metodo si trova sempre una spiegazione agli errori e la chiave per riuscire anche da parte di chi no ha molto talento.
Ma non occorre mai perdere di vista il senso profondo del ballo che è vita, stimolo al movimento,  divertimento puro.

Passione Danza A.P.S.

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BALLARE E’ VIVERE

L’importante è ballare.
Ballare un ritmo che ti  prende  o una melodia che ti commuove per il susseguirsi regolare delle note che misurano in base alla loro altezza durata ed intensità, le tue stesse emozioni, è un qualcosa di unico.
Ogni momento in cui ti esprimi ballando è irripetibile per le sensazioni che provi in quegli istanti, perché lì e soltanto lì sei tu ed il tuo partner, magari stretto nella presa ammaliante e calda di una bachata, mentre esegui un movimento del corpo all’unisono con lei, oppure ti esprimi nelle tecnica sopraffina di una sacada del tango argentino.
Quando mantieni viva la tradizione del ballo liscio ligure eseguendo una apertura o una “rosa” nella mazurka.
Altre volte sei in stile e cerchi di scivolare sulla pista come se neanche appoggiassi i piedi per terra, fra un abbassamento ed una elevazione nella quale sembri cercare quell’estasi speciale che, solo chi prova il ballo come te, può comprendere.
Queste specifiche emozioni le  puoi provare se hai una certa esperienza nella  danza.
Ma anche se da poco hai cominciato a rapportarti con la musica, con l’attrazione e il godimento  peculiare dell’appassionato ed in essa cerchi di eseguire movimenti in ritmo e melodia, non puoi non provare certe sensazioni primordiali.
La fatica è ancora presente nei tuoi passi, ma più ti ripeti e più senti l’esigenza di farlo, di ritornare a provare, di esprimerti a volte anche in uno spazio minimo, ma pur sempre utile al tuo sfogo, alle tue esigenze di vita e passione.
Ballare diventa come provare l’emozione allo sguardo di un tramonto speciale, o sentire il rumore del mare in una sera d’estate limpida, o ricevere un brezza sottile sul tuo volto quando hai caldo e cerchi refrigerio all’ombra di una pianta.
Diviene indispensabile per la vita dell’animo quel rapporto intenso mente e cuore, in cui la mente predispone il cuore a ricevere linfa vitale, emozioni, profonde e magiche.
Ballare è anche questo, unitamente ad un qualcosa di necessario per la vita, come il respiro:  la musica.
Pensa a cosa sarebbe la vita senza la  musica, di qualsiasi genere e qualità ma pur sempre musica.
Esigenza primordiale dell’uomo, metodo di liberazione e protesta oltre che espressione delle proprie  idee laiche e religiose.
Dagli schiavi colonizzati nelle varie terre del mondo, si sono originati alcuni fra i ritmi migliori, che oggi raffinati e rivisitati generano la musica da ballo.
Basti pensare alla “rumba” nata dagli schiavi colonizzati e portati da svariate terre dell’Africa fino all’America latina.
Essi, per sentirsi vivi, si riunivano e creavano gruppi di movimento, sui ritmi di arcaici cucchiai battuti su casse di baccalà rovesciate o fusti di legno vuoti che venivano percossi da battagli per creare un ritmo.
Su queste prime percussioni, il movimento corporeo intenso si esprimeva e dava un senso alla vita di queste persone, che poco o nulla avevano per vedere il sereno delle loro giornate.
Questo è uno dei molteplici esempi dell’importanza della musica, ma anche della danza per ogni uomo.
Non posso credere che ognuno di noi non senta, almeno una volta nelle propria vita, la voglia muoversi al ritmo di una musica che lo prende e lo culla.
Chi si forza nel pensare che ciò non lo colga o lo interessi, a mio parere fa violenza a sè stesso, e vuol perdere un’occasione di serenità.
Ogni essere umano, vivendo, ricerca quotidianamente il proprio benessere interiore o ciò che crede sia il modo migliore per raggiungerlo, in alcuni casi, alterando la realtà delle cose e soffrendo ancora di più.

Pablo Neruda in “Ode alla vita” diceva:
“Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso”.

La musica e la danza sono un’occasione di benessere e la loro ricerca crea le condizioni per trovare grazia e sicurezza in se stessi, per ottenere sicuri benefici psichici e fisici.
La musica è vita e la danza è poesia!

Passione Danza A.P.S.

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Un articolo dell’insegnante:

IL BALLO LISCIO LIGURE

Cos’è il ballo liscio ed in particolare quello ligure?
Non sarebbe corretto definire questo genere di danza attraverso semplici spiegazioni tecniche.
In Italia il ballo liscio si è sviluppato diversamente a seconda delle singole tradizioni locali ed ha caratteristiche diverse da regione a regione, se non anche da una provincia all’altra.
Nel corso degli anni è stato codificato e classificato in diverse tipologie allo scopo di favorire tutti coloro che, frequentando le scuole di ballo,  intendevano conoscerne gli aspetti fondamentali.
Fra i generi più conosciuti, e che nel tempo hanno assunto un proprio valore storico-culturale,  vi è certamente il liscio tradizionale ligure-piemontese, già classificato in testi e dispense ed attualmente materia d’esame presso le federazioni nazionali dei maestri di ballo.
A mio parere, ogni codifica di tempi, direzioni, quantità di giro e variazioni, non inquadra veramente ciò che significa ballare il liscio.
Nella nostra scuola viene proposto e spiegato il liscio tradizionale ligure-piemontese, con molta cura per tutti i particolari tecnici.
Si parla infatti della differenza fra ritmo e cadenza, si parla di frasi musicali e di conteggio matematico per arrivare alla battuta.
Si fa riferimento a linea di ballo e quantità di giro, si specifica la differenza musicale nel conteggio di una camminata piuttosto che di un giro naturale o rovescio (giro valzer).
Questo per consentire a chi non ha mai ballato o non conosce un metodo corretto ed utile per seguire la musica, l’acquisizione tecnica e matematica di alcuni elementi fondamentali che ne faranno un ballerino.
Ma il ballo liscio, ed in particolare quello ligure, nasce dalla storia profonda de nostri nonni, dalle loro prime serate danzanti presso locali ove, all’entrata, si acquistavano i biglietti per ballare ed al termine di ogni ballo passava un responsabile a “tirare la corda”, per far defluire dalla sala le coppie.
Lì è nato il liscio ligure, lì sono nati tanti bravi “ballerini istintivi”; lì non c’erano regole ma era presente una grande passione.
In Italia c’era la guerra e la gente si riuniva di nascosto, magari in casa di un amico. Qui si spostava l’umile mobilio che le arredava e si ballava a ritmo di valzer, mazurca, polka o tango.
Lì mio nonno effettuava le sue specifiche e personali evoluzioni, creando vere e proprie coreografie, senza rendersi conto del “battere o del levare”, della “linea di ballo” o del “movimento contrario del corpo”, ma riusciva comunque a ballare e a fare quei passi che soltanto un grande talento ti permette.
Da lì sono nati  gli striscetti laterali, incrociati o ripetuti di valzer e polka, lo “zig zag”, la “rosa” e la “ruota” nella  mazurka .
Lì si ballava un Tango molto simile a quello argentino dove passi come l’ocho adelante o il voleo venivano  effettuati e ripetuti con estrema scioltezza ed eleganza.
Cosa resta di tutto questo?
Molto poco, perché i tempi sono passati da anni.
Perché la tradizione non ha avuto quei naturali sbocchi generazionali che meritava per l’innato valore storico e culturale della materia.
Al pari di una lingua dialettale, questo “vecchio liscio”, il vero ballo liscio ligure, sta scomparendo e, nelle menti dei più, è già scomparso.
Coloro che si rapportano con il ballo sociale oggi, e in molti casi ritengono di aver acquisito elevate nozioni tecniche, ritenendosi dopo poco tempo degli ottimi ballerini, in realtà poco o nulla sanno di quel ballo liscio che è stato la nostra storia e le nostre origini.
Alcuni sostengono che certi passi non esistano perché stanno al di fuori dei testi d’esame.
Qui si evidenzia la loro sottocultura per una tradizione e per una storia che certamente non li ha colti e cullati nel tempo e che soltanto oggi li incontra proponendogli al massimo conoscenze tecniche fredde e costruite per finalità scolastiche o agonistiche .
Io ritengo, al contrario, di aver avuto la fortuna di vivere quel modo di ballare ancor prima di studiare il ballo da competizione.
Chi mi conosce sa quanto io ami e studi la tecnica del ballo in ogni  suo aspetto e disciplina, ma in questo specifico settore persisto nel voler associare agli schemi anche la tradizione.
Per questo ho cercato negli anni di salvaguardare i “passi del nonno” attraverso una loro schematizzazione che mi permettesse di  trasmetterli a chi non ha mai ballato.
In questo modo ho potuto mantenerli “vivi” ed oggi, nelle nostre sale, ci sono coppie che continuano a rappresentare con il ballo sociale, la tradizione più antica e più vera; ciò che è stato e continua ad essere il ballo liscio.

Roberto

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Un articolo dell’insegnante:

L’ATTEGGIAMENTO DEL BALLERINO NEL BALLO SOCIALE

Come nasce o si costruisce l’atteggiamento del ballerino.
E’ impegnativo spiegare come nasce un ballerino o presunto tale, ma vorrei provare a farlo per dare un contributo alla conoscenza di questo mondo e di chi lo frequenta.

Ogni persona assume comportamenti sociali che sono frutto della complessità del proprio carattere e della psiche che lo contraddistingue e lo rende diverso dagli altri.
Quando una persona si rapporta con il ballo e per un certo periodo ne studia gli aspetti tecnici, acquisisce una formazione specifica che si diversifica soggettivamente a seconda dei seguenti punti:
– il metodo usato nella scuola cui si è rivolto;
– la capacità di trasmissione di dati, materie da parte dell’insegnante;
– la quantità di passione per la danza che ogni insegnante dovrebbe essere in grado di dare ai propri allievi;
– la personale acquisizione di dati ed elementi tecnici rapportata alla capacità di concentrazione ed elaborazione che ognuno di noi possiede in maniera più o meno evidente;
– la successiva capacità d’espressione dei dati acquisiti .
Così si forma un ballerino il quale nella maggior parte dei casi mentre studia, si reca costantemente nelle balere per provarsi e mettersi in gioco in ordine a quanto in settimana ha appreso.
Le diverse capacità, inquadrabili anche in relazione al tempo di studi intrapreso, si esprimono attraverso ciò che l’animo di ognuno è in grado  metabolizzare e trasformare in passi ed evoluzioni.
Qui interviene poi l’aspetto psicologico che origina situazioni assai diverse.
Così nelle “balere” puoi vedere la coppia timida che aspetta il ballo più facile o chiaro ed il ritmo più limpido per partire.
Quella che si “butta” per il puro piacere di ballare a prescindere dalle capacità acquisite, ma avendo come primo scopo il divertimento.
C’è chi si presenta in sala come un professionista cambiandosi le scarpe “in loco” ed avendo magari un tipo di calzature per ogni diversa disciplina.
C’è chi si esprime con naturalezza pur avendo cominciato a ballare da poco, o chi naturale non sarà mai, nonostante anni di fatica e studio.
C’è poi chi mantiene quell’umiltà tipica dell’allievo, o chi si presenta come fosse il Dio del ballo e proponendosi a volte come veri e propri insegnanti.
Questi ultimi sono gli “insopportabili”, coloro che credono di essere e non sono e per i quali occorrerebbe ricordare una frase del grande giudice  Scopelliti “l’umiltà è cultura”.
Molti sono coloro che di ballo sanno molto poco ma si presentano come fossero  professori.
Il loro scopo resta quello di mettersi in mostra con chi sa meno di loro, evidenziando probabilmente uno sfogo a disagi repressi che attraverso la misera conoscenza di 4 regole gli permette di sentirsi qualcuno fra gli altri.
Altro ambiente, ma non meno affascinante è rappresentato dalle sale ove si propone unicamente  musica caraibica .
Qui sono molti i “single” che si presentano per “incontrare” e magari confrontare lo stile acquisito con quello ballato da allievi di altre scuole .
C’è poi chi spera di fare nuove esperienze, magari anche di vita.
Questo genere di danze esprime intensamente la melodia unita al ritmo, la sensazione di erotismo tipica di una bachata,  con l’esigenza di azione e movimento all’ascolto delle percussioni di una salsa caliente.
Anche qui l’atteggiamento del ballerino è diverso, ed espresso forse in modo ancor più evidente che nelle balere.
Tanti sono coloro che ballano per divertirsi, ma anche qui i “fichetti” si notano o vorrebbero farsi notare, magari indossando un abbigliamento che lo contraddistingua come facente parte di quella  scuola o lo qualifichi per lo stile salsero che predilige.

Al di fuori dei soliti negativi soggetti che peraltro  popolano ogni  settore della  società e non solo nel nostro mondo, è comunque bello vedere nelle diverse balere, coppie  di ogni età che si incontrano e che attraverso la musica esprimono all’unisono un concetto comune:  la passione per il ballo!

Roberto